giovedì 3 febbraio 2011

PICCHIATORI D'ALTRI TEMPI: DANIEL PASSARELLA



E' l'8 marzo 1987, e a Marassi l'Inter perde 2-1. Nei concitati minuti finali, l'inter attacca, pallone in fallo laterale, il raccattapalle, il sedicenne Maurizio Piana fa con comodo. Grosso, grossissimo errore, se davanti hai Daniel Alberto Passarella, argentino di Chacabuco. Furia Passarella prende a calci il ragazzetto e gli rifila pure una bastarderrima tacchettata sul ginocchio.
Con la maglia della Fiorentina, in un Verona -Fiorentina dell'83 un massaggiatore gli lanciò un thermos, lui rispose con un pugno in faccia.
Il suo motto era: "non ho mai avuto paura di nessuno".
Nel 90, da allenatore del River prende a scarpate un tifoso, dichiarando "se lo meritava" e nel 95 come ct dell'argentina silura Redondo e Caniggia, perche dice "hanno i capelli lunghi, disturba la concentrazione". Odia capelloni, gay e Maradona.
77 presenze e 6 goal con la nazionale, 486 partite, 143 goal e centinaia di avversari spediti in ortopedia.

LEGENDS: THE CALYPSO BOYS

Andy Cole e Dwight York, aka The Calypso Boys, la coppia d'attacco più micidiale nella storia della Premier League, 140 goal in due nel triennio 98-01 con la maglia dei Red Devils e fautori principali del leggendario treble dello United di Sir Alex nella stagione 98-99.
Andy Cole è anche il secondo realizzatore della storia della Premier dopo Alan Shearer, con 187 centri in carriera.
Dwight York a 34 anni suonati ha guidato la nazionale di Trinidad E Tobago alla sua prima storica partecipazione ai Mondiali di Germania nel 2006.

thanks to ollyprice for video and to roberto de martini for inspiration

mercoledì 2 febbraio 2011

METEORE: DEITMAR BEIERSDORFER



Di Dante Bwara Piotto www.calciopadova1910.com

Esisteva un tempo una Reggiana che non c’è più, una squadra che sfornava bidoni indimenticabili per tutti gli appassionati del genere. Dei vari Hatz, Valencia, Carr o Futre parleremo in altre sedi, oggi invece parleremo di uno dei difensori innalzati ad emblema delle meteore di Serie A: Deitmar Beiersdorfer. Classe 1963, Deitmar arriva in Italia nella fantomatica Reggiana stagione 1996-97 dopo una carriera trascorsa tra Werder e Amburgo. Non paga della retrocessione indimenticabile del 1995, (di cui abbiamo un contributo a questo link http://www.calciopadova1910.com/2011/immagini/te-ricordito-14051995-padova-reggiana-3-0/ )la Reggiana si ripresentò nella massima serie con una formazione invidiabile formata dai vari Ballotta, Gregucci, Caini, Grun, Hatz, Pacheco, Vecchiola, Carr, Simutenkov, Tovalieri e Valencia. Un mix di giocatori al capolinea e bidoni indimenticabili. Tra loro, spicca questo poderoso difensore tedesco, giunto in Italia negli ultimi scorci di carriera. Ciuffo sbarazzino, ma ben distante dal look sfoggiato all'Amburgo, si vociferava fosse un ballerino di danza classica, macchinoso come un panzer appesantito, sfoggiò prestazioni indimenticabili come centrale difensivo, ma riuscendo a realizzare addirittura una rete su 20 presenze. La sua esperienza in Italia fu talmente ben riuscita che si ritirò dal calcio giocato al termine della stagione. E la Reggiana? Non vide mai più la Serie A purtroppo per noi.

MOUSTACHE FOOTBALL: ENRICO PICCIONI



Dalla provincia con furore: Enrico Piccioni giocò nella Sambenedettese, a Empoli, Catanzaro e per un quinquennio nella Cremonese (dall'87 al '92), poi si mise a fare l'allenatore, e nel 2007 venne arrestato per bancarotta documentale (??!!) per il fallimento della Vis Pesaro. Attualmente allena il Botev Plovdiv, nella serie A bulgara, di cui si è perfino tatuato lo stemma sulla schiena. Dall'80 ad oggi ha sempre portato i baffi

PICCHIATORI D'ALTRI TEMPI: ANDONI GOIKOETXEA



Fu il più cattivo di tutti. Osò l'inosabile: il 24 settembre del 1983 il Nou Camp fu il teatro del fallo più clamoroso della storia, quando Andoni Goicoechea aka Il Macellaio Di Bilbao disintegrò malleolo e legamenti della caviglia sinistra nientemeno che al più grande di tutti, si, Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro. Arrivò da dietro, bastardamente, e sollevò El Pibe da terra di un mezzo metro buono:tragedia nazionale, tifosi che si gettano dagli spalti in preda alla disperazione, madri in lacrime; Goiko becca 18 giornate di squalifica, poi ridotte a 10 perchè si mette a piangere davanti alla commissione d'inchiesta. Anche i cattivi hanno un cuore

LEGENDS: THE CRAZY GANG



Nel 1988, una sgangherata squadra della periferia londinese arriva dritta in finale a Wembley contro il blasonatissimo Liverpool: si tratta del Wimbledon FC, meglio conosciuto come "The Crazy Gang".
In quella banda di teppisti, epici bevitori e onesti randellatori di professione, spiccano Vinnie Jones, Lawrie Sanchez ed il mitico John Fashanu.
Il 14 maggio '88 i 98mila di Wembley assistono all'impossibile: il Liverpool cade trafitto da una rete di Sanchez al 37' del primo tempo, mentre Jones e i suoi suonano la carica menando a destra e a manca; il portiere dei Dons, David Beasant, trova anche il tempo di parare un rigore a John Aldrige.
Al 90' il mitico speaker della BBC John Motson esclama :"The Crazy Gang have beaten the Culture Club!"
Ancora oggi, a Kingsmeadow, sede dell'AFC Wimbledon, la squadra che ha ereditato la vecchia guardia della tifoseria dopo la scomparsa del Wimbledon FC(altro che Milton Keynes!!) il 14 maggio si festeggia la storica vittoria tracannando quantità industriali di lager,e guardando i vecchi video della partita, coi tackle assassini di Vinnie Jones e i "rags" che battono i "riches" in un pomeriggio da leggenda.

FENOMENI PARRUCHIERISTICI



Messicano classe 54,Leonardo Cuellar ha giocato sette anni (1972-1979) nei Pumas dell’Università di Città del Messico, contribuendo alla conquista del primo campionato vinto da questa squadra (in squadra anche il mitico Bora Milutinovic).Successivamente ha giocato cinque anni negli Stati Uniti, nei San Diego Sockers e nei San José Earthquakes, partecipando ai mondiali del 78 in Argentina (ricordiamo la mazzata colossale con la Germania Ovest, 6-0 per i crucchi).
E' impressionante la sua somiglianza con il giovane B-Real dei Cypress Hill nei nineties.

PICCHIATORI D'ALTRI TEMPI: ULI STIELIKE



Ulrich Stielike, il libero di Ketsch, nel Baden Wurttemberg, fu l'impersonificazione del Male nel calcio europeo di fine 70-metà 80. La sua carriera professionistica comincia con il Borussia M'gladbach, col guale porta a casa tre scudetti e una Coppa Uefa ai danni del Twente nel 75, ma purtroppo perde la finale di Coppa Dei Campioni contro il Liverpool nel 77.
Si trasferisce a Madrid, sponda Real, dove vince altri 3 campionati e una Coppa Uefa, ma viene nuovamente segato dal Liverpool in finale di Coppa Campioni nell'81.
Perfido baffo in stile Wermacht, era un luminare delle entrate omicide sulle gambe, dispensava morte e dolore tra i centravanti avversari, e si ergeva, satanico e trionfante in mezzo all'infuriare delle battaglie di quegli anni, quando i Mercoldedì di Coppa sembravano dirette dal fronte afghano.
Memorabile la sua battaglia con Lele Oriali ai Mondiali dell'82 dove fu l'ultimo dei suoi ad arrendersi, un kamikaze che non voleva rassegnarsi al fato che gli dei del pallone avevano disegnato per quella finale.

URIBE



Per chi non lo sapesse, il numero conosciuto come "l'elastico" non è una invenzione di "sorriso durban's" Ronaldinho, ma di questo signore qui, Julio Cesar Uribe, aka El Diamante Negro, peruviano classe 58, che transitò in italia vestendo la maglia del Cagliari dall'82 all'85.
Trequartista estroso e di grandissime qualità tecniche, elegante, agile, con un gra dribbling e un notevole senso del goal, nell'82 si piazza terzo nella classifica dei più forti giocatori sudamericani in attività, dopo Maradona e Zico.
Purtroppo la Serie A di quegli anni era popolata da personaggi degni di Romanzo Criminale, killer seriali di tibie e randellatori di professione, e l'elegante mago peruviano soffriva troppo le sportellate prese nei campi del Belpaese, risultando troppo lento e compassato nel gioco.
In Perù è famosissimo e c'è addirittura un suo trashissimo imitatore in una trasmissione sportiva stile "Guida al Campionato".

Un omaggio al Diamante Negro
http://www.youtube.com/watch?v=g6zvBBC5qSk&feature=related

e il suo imitatore
http://www.youtube.com/watch?v=7VsH6Wu8wTQ&feature=related

MOUSTACHE FOOTBALL



Luis Landi, detto Luigi, come il fratello dell'idraulico nintendo. Portiere del Nimes negli anni 70, 408 presenze, tutte coi suoi baffoni da emigrante.

martedì 1 febbraio 2011

FENOMENI PARRUCHIERISTICI



Mike Werner dell'Hansa Rostock.
Direi che la foto dice già abbastanza

LEGENDS: ALAN SHEARER



Nato nel sobborgo cittadino di Gosforth, a Newcastle, Shearer iniziò a giocare nel Wallsend Boys Club. A soli 16 anni firma un contratto da dilettante con il Southampton e debutta nella Premier League nel 1988 contro il Chelsea partendo dalla panchina. Un mese più tardi cominciò a farsi notare nella sua prima partita da titolare contro l'Arsenal, segnando 3 gol. A 17 anni e 8 mesi divenne così il più giovane calciatore del campionato inglese a siglare una tripletta, record detenuto per più di 30 anni da Jimmy Greaves. Nel 91 è il bomer dell'Under21, con 13 goal in 11 partite, e all'esordio nella nazionale maggiore segna un goal nel primo tempo; nel 92 passa al Blackburn, dove nonostante un serio infortunio al ginocchio segna 16 reti in 21 gare, e nell'anno successivo i Rovers arrivano secondi dietro al Manchester United Sheare fa la bellezza di 31 gol in 40 partite...
Con l'arrivo di Chris Sutton nella stagione 1994-95, il Blackburn sfodera una formidabile coppia d'attacco, soprannominata SAS (acronimo di "Shearer And Sutton"). Il club si laureò Campione d'Inghilterra in quella stagione, grazie anche alle 34 reti messe a segno da Shearer in 42 gare disputate.
All'europeo, dopo un digiuno di 11 partite segna dalla lunga distanza contro la Svizzera, segna poi nella fondamentale gara contro la Scozia (l'altro goal fu di Gazza) e realizza una doppietta nella partita dove i Lions schiantano i Tulipani 4-1.
Nonostante la sconfitta con la Germania in finale ai rigori, Shearer è capocannoniere del torneo con 5 reti.
Nel 96 si accasa al Newcastle di Keegan, dove continua a macinare goal, 25 in 31 gare, nel 97 porta i Magpies in finale di FA Cup contro i Gunners che però vincono 2-0.
e nel 98 guida i Leoni al Mondiale di Francia, dove l'Inghilterra venne eliminata in una scandalosa partita contro l'Argentina (famosi gli episodi dell'espulsione di Beckham e del goal annullato a Campbell) ai rigori; di Ince e Batty gli errori decisivi.
Di nuovo in finale in FA Cup nel 99, di nuovo sconfitti per 2-0, stavolta però dal Mnachester United.
Nel settembre 1999, Shearer segnò la sua prima tripletta con l'Inghilterra nella partita di qualificazione a Euro 2000 contro il Lussemburgo e agli Europei del 2000, dopo l'iniziale sconfitta col Portogallo, segnò il gol che decise la sfida contro la Germania (allora campione in carica) a Charleroi, dando agli inglesi la possibilità di qualificarsi agli ottavi, qualora avessero battuto nell'ultima partita del 1º turno la Romania. Shearer segnò il rigore che portò in vantaggio l'Inghilterra sull'1-2, ma alla fine la Romania vinse per 3-2, che condannò l'Inghilterra all'eliminazione dal torneo. In questo modo si concluse l'avventura di Shearer con la Nazionale inglese. In totale ha collezionato 63 presenze, segnando 30 gol, a pari merito con Nat Lofthouse e Tom Finney, e piazzandosi al 5º posto nella classifica dei marcatori inglesi di tutti i tempi.
Successivamente partecipò alla fase finale della UEFA Champions League. Il Newcastle, inserito in un girone che comprendeva anche la Juventus, perse i primi tre incontri, ma poi vinse i restanti tre, accedendo così alla seconda fase a gironi, in cui venne poi eliminata.
nel 2003, il Newcastle ebbe un'altra occasione nel 3º turno preliminare di Champions League, ma venne eliminato ai rigori dal Partizan Belgrado. Shearer fallì addirittura uno dei rigori.L'ultima possibilità di vittoria per l'attaccante nella sua ultima stagione professionistica svanì contro i Campioni d'Inghilterra 2005 del Chelsea nell'incontro valido per la FA Cup perso 1-0 il 22 marzo 2006.
L'11 maggio 2006 il Newcastle giocò contro il Celtic Glasgow al St. James Park la partita d'addio al calcio giocato di Alan Shearer; purtropponon poté prendervi parte a causa di un infortunio, ma diede semplicemente il calcio d'inizio e in più segnò il rigore che fece vincere il Newcastle per 3-2.
Il 31 marzo 2009 viene ingaggiato come allenatore del Newcastle United, non riuscendo purtroppo ad evitare la retrocessione.
E' tuttora il più grande capocannoniere della storia della Premier League, con 263 goal, prodezza grazie alla quale ho anche vinto una birra media in una scommessa qualche anno fa, grazie Alan!!!

PICCHIATORI D'ALTRI TEMPI: GRAEME SOUNESS



Prima che il calcio venisse invaso da fichetti depilati e coi capelli piastrati, prima del calcio champagne, prima di beckham e cristiano ronaldo in mutande sui muri di tutto il mondo, quando gli stadi erano campi di battaglia e gli allenatori fumavano in panca tra una bestemmia e l'altra, c'era lui, il Francis Begbie del football, Graeme Souness da Edimburgo, Graeme Souness aka il tackle che uccide. Leggenda del Liverpool, 356 partite dal 78 all'84, coi Reds vinse tutto, anche il Festival di Sanremo.
Picchiatore leggendario, tozzo ma solido come cemento armato, quando ad Anfield infuriava la battaglia lui menava a destra e a manca, randellando caviglie, ginocchia e mollando energici pestoni nella mischia, il suo marchio di fabbrica; il suo ghigno malefico sotto i folti baffi turba ancora il sonno di mezza Premier League dell'epoca.
Nell'84 passa alla Samp del sergente di ferro Eugenio Bersellini, dove tra una rissa e l'altra porta a casa una Coppa Italia nel 1985. Nel 91 passa ai Ranger di Glasgow (e dove senò?) in qualità di giocatore/allenatore, vincendo 4 titoli in 5 anni.
Ha poi allenato Rangers,Liverpool,Galatasaray,Southampton,Torino,Benfica,Blackburn e Newcastle.

MOUSTACHE FOOTBALL



Inauguriamo questa rubrica con il più gran farabutto di sempre, Raymond Domenech, che ai tempi della sua militanza nel PSG sfoggiava un mostaccio da antologia

JUARY TUTTI I GOAL




thanks to steNWE

JUARY



Jorge dos Santos Filho, detto Juary giunse in Italia nel 1980, dopo aver militato nel Santos e nell'Universidad de Guadalajara, a rafforzare il reparto offensivo dell'Avellino..una squadra che negli anni 80 sembrava una banda di detenuti, e il Partenio un girone dantesco dove tutte le grandi si facevano il segno della croce prima di entrare in campo..dopo un'iniziale diffidenza dovuta al fisico mingherlino (1,68 x 64 kg) diventa l'idolo della tifoseria, con 34 presenze e 13 reti segnate, reti che festeggiava con il suo marchio di fabbrica, "la danza della bandierina",facendo tre giri intorno alla bandierina del calcio d'angolo; nell'81 incide addirittura un 45 giri a ritmo di samba, dal titolo "Sarà Così"; dopo due anni al Partenio viene acquistato dall'Inter dove però segna poco (21 presenze 2 reti e a fine stagione passa all'Ascoli(27 gare e 5 gol)e poi alla Cremonese(19 presenze e 2 reti. Quando la sua parabola sembrava ormai in discesa ecco che nell'85 passa al Porto dove vince subito lo scudetto e l'anno successivo si porta a casa la Coppa dei Campioni segnando il goal decisivo del 2-1 contro il Bayern di Brehme, Matthaus e Rumenigge al Prater Stadium di Vienna. Nel suo palmares fanno bella mostra due campionati portoghesi, una Coppa del Portogallo, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Uefa e una Coppa Intercontinentale.
Attualmente allena il Sestri Levante in Eccellenza e fa l'opinionista su Sportitalia.



lunedì 31 gennaio 2011

Ciao a tutti

Giocatori panciuti, baffi apocalittici, acconciature epiche, talenti assoluti e giganteschi bidoni. Tutto questo era il variopinto mondo del calcio anni 70 e 80, un mondo che ascoltavo dalla scassatissima radio di mio nonno (che veniva sintonizzata a pugni e bestemmie) e che vivevo attraverso le sbiadite immagini di 90° minuto, la domenica sera..immagini che noi ragazzini attaccavamo sulla testiera del letto, figurine cromate introvabili, frutto di loschi scambi nei cortili della scuola, scanditi dal celeberrimo "celo celo manca", il mantra che per generazioni ha scandito il lunedì mattina postcampionato in tutte le scuole d'Italia. Le partite erano tutte alle 3, altro che anticipi e posticipi, i campi erano spesso impresentabili, arati da arcigni terzini spaccaossa, zero tecnica e coltello tra i denti, ogni partita una battaglia, lo stopper si attaccava alle caviglie del libero x 90 minuti, finchè morte non ci separi, dalle panchine si alzavano nubi dense di fumo e sugli spalti se le davano di santa ragione..era un calcio genuino, rustico, dove un Verona qualsiasi poteva vincere lo scudetto o uno sconosciutissimo Wimbledon alzare la Coppa d'inghilterra ai danni del blasonatissimo Liverpool, dove i giocatori non erano fichetti dalle sopracciglia depilate, ma brutali professionisti del tackle dediti a alcol e stravizi e gli allenatori erano mastini feroci, gente che sbraitava e non dormiva la notte...scusa ameri, se il calcio oggi non è più quello di ieri..